La storia del Fondo Uditore

Parco Uditore… una storia antica.

Il terreno conosciuto col nome di Fondo Uditore occupa una superficie di circa 73.500 mq ed è delimitato a nord da via Cimabue (un tempo nota come “strada della Croce”), ad Ovest da via Uditore, a sud da Viale Leonardo Da Vinci e da Piazza Einstein e ad Est, dalla Circonvallazione.

L’esame cartografico condotto a partire dal 1720 ha consentito di ricostruire alcune delle fasi della storia dell’attuale Fondo Uditore che corrisponde ad un frammento, ancora pressoché integro, di un ben più ampio sistema di terreni agricoli limitrofi che (nel corso del tempo ed attraverso progressive aggregazioni), all’inizio del XX sec., andarono a costituire un grande fondo agricolo di forma quasi triangolare, nel 1912 denominato Morello, che si estendeva fino a piazza Noce dove aveva il proprio ingresso principale.

Il nucleo più antico di fondo Morello, quello più vicino a piazza Noce, era già esistente tra il 1864 ed il 1873 col toponimo Murano ed è rintracciabile, con caratteristiche pressoché immutate, anche nelle cartografie antecedenti, almeno fino al 1720.

Per quanto è stato possibile ricostruire in base all’attuale stato delle ricerche, è lecito supporre che l’attuale fondo Uditore possa essere stato aggregato al più ampio Fondo Murano-Morello tra il 1900 ed il 1912. Le informazioni su Fondo Uditore antecedenti a tali date, sono al momento scarse e si limitano all’esistenza, tra il 1876 ed il 1900, di rovine di un fabbricato rurale di forma pressoché rettangolare posto in prossimità dell’attuale confine con la rotatoria di Piazza Einstein.

Il Fondo Morello era attraversato da lunghi viali rettilinei che si incrociavano tra loro ortogonalmente. Il principale tra questi aveva accesso da piazza Noce ed arrivava fin quasi al centro del fondo agricolo, dove e
ra presente un grande edificio, di pianta rettangolare con corte centrale e con cappella dedicata alla Sacra Famiglia. Questo fabbricato documentato già nel 1720 è stato demolito nel 1958 per la realizzazione, in prossimità dell’incrocio tra le attuali vie Holm e Scobar, di alcuni alloggi del quartiere Noce-Notarbartolo da parte dell’IACP.

Altri viali si dipartivano da questo fabbricato in direzione dell’attuale incrocio tra le vie Di Giorgi e Graf, dove era un’altro ingresso al fondo ed in direzione nord, fino al confine con la strada della Croce l’attuale muro rettilineo che costituisce il confine orientale di Fondo Uditore sul lato della circonvallazione corrisponde, catastalmente a quest’ultimo viale. Un’ulteriore lungo viale, con giacitura Est-Ovest ed ancora oggi esistente all’interno di fondo Uditore, si dipartiva da quello appena descritto in direzione del confine occidentale aprendosi sull’antica strada che conduceva alla borgata dell’Uditore, l’attuale via Camilliani.

Nonostante le notevoli trasformazioni subite nella seconda metà del XX sec., alcune delle caratteristiche peculiari di Fondo Morello sono in parte rimasti a contraddistinguere anche l’attuale fondo Uditore.

Tra queste possiamo ricordare l’intero confine settentrionale, compreso l’attuale caseggiato rurale e la grande gebbia posti in sua prossimità, il confine orientale (vicino la circonvallazione) ed il viale che attraversa il fondo a partire dalla casermetta posta in prossimità di via Uditore. Sono da ricondurre al legame con Fondo Morello anche le residue coltivazioni a filari di fico d’india che, come rilevabile dalle fotografie aeree dell’epoca, erano presenti già negli anni ’40 del XX sec. e che fino alla metà degli anni ’90 del XX sec. ricoprivano buona parte della superficie di Fondo Uditore.

Per ciò che riguarda il fabbricato rurale e la gebbia esistenti vicino al confine con l’antica Strada della Croce, in corrispondenza della quale esistono ancora i piloni di ingresso al fondo posti in asse proprio con il citato edificio, la ricerca fin qui condotta ha consentito di circoscrivere il periodo della loro edificazione al principio del XX sec. e per la precisione tra il 1900 ed il 1912. A questa data, nella quale l’attuale fondo Uditore ricadeva ormai nel più ampio Fondo Morello, il fabbricato rurale era noto col toponimo di “Case il Molino”.

Le prime modifiche di rilievo subite da fondo Morello-Uditore avvengono nel 1918-20 quando la parte più a monte (Ovest) della tenuta viene frazionata per la realizzazione, della nuova arteria stradale di collegamento fra Piazza Noce e Piazza Uditore, l’attuale via Uditore, che nel 1939 era denominata via XXVIII Ottobre.

Poco prima della seconda guerra mondiale l’Azienda Generale Italiana Petroli (poi Agip) acquisì la parte nord-occidentale di Fondo Morello comprendente anche alcune superfici oggi occupate dalla circonvallazione, da piazza Einstein, dall’impianto di distribuzione carburanti dell’ENI e dalla struttura ricettiva dell’Holiday Inn (ex MotelAGIP). Al suo interno, fra il 1937-39 ed il 1943, vennero realizzate alcune opere, per lo più sotterranee, finalizzate alla costruzione di un grande centro di stoccaggio di carburanti a servizio del porto e posto a debita distanza dallo stesso per tutelarlo in caso di bombardamento delle aree portuali.

Tra queste, le più visibili sono i piccoli edifici rettangolari attualmente esistenti in prossimità del confine con la via Uditore e con l’attuale via Cimabue e la pensilina di distribuzione carburanti posta in prossimità del confine Nord, vicina alle ”Case il Molino”. Tra le opere realizzate sottoterra, sono stati sino ad ora rinvenuti una grande cisterna per carburanti ed alcuni cunicoli; un’altra cisterna del tutto similare era posta al di sotto della circonvallazione, in prossimità di via Leonardo da Vinci (di fronte la sede dell’Assessorato Agricoltura e Foreste), ed è stata demolita nel 2003 per la realizzazione del sottopasso delle corsie centrali. In concomitanza del conflitto bellico, all’interno del fondo venne anche realizzata la piccola casermetta ancora esistente tra i fabbricati, in prossimità del confine con la via Uditore.

Il 31 ottobre del 1963 a seguito della chiusura dell’impianto di distribuzione dei carburanti esistente a fondo Uditore, il Fondo venne trasferito dall’AGIP al Fondo di Quiescenza Provvidenza e Assistenza per il personale della Regione Siciliana. Fino all’inizio degli anni ’90 pur rimanendo di proprietà regionale, i terreni hanno continuato ad essere utilizzati dalla famiglia Gelsomino che, a partire dal 1962, li aveva presi in affitto dall’AGIP.

Testo di:Gaetano Brucoli e Alessandra Amoroso

 

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